Ciao
Laura, parlaci un po' di te.
Sono nata un giorno di inverno nel 1977 e forse proprio per
questo adoro il freddo pungente e le mattine di gennaio.
All’età di sei anni, osservando una ragazza che dipingeva
una tela con delle tempere, rimasi folgorata tanto da correre da mia madre per
comunicarle cosa avrei fatto nella vita. Mia madre, dal canto suo, non si
sorprese affatto, poiché lei stessa, lavorando nel mondo dell’arte mi portava
con sé nei musei. Il mio gioco preferito, infatti era quello di correre nei
lunghi corridoi pieni di quadri e giocare a nascondino con i restauratori. Ho
studiato arte sia a liceo che all’università, ma benché me la cavassi
abbastanza bene, non sono diventata un’artista.
Non mi sono mai specializzata in un linguaggio ben preciso.
Ho sempre lasciato che i miei pensieri si esprimessero attraverso strumenti
diversi, come la fotografia, la decorazione e la scrittura. Tra tutte però,
scrivere mi ha sempre dato maggior soddisfazione.
Come è nata la tua passione per la scrittura?
Sin da ragazzina ho sempre letto molto, ma la
mia vera passione sono sempre state le poesie, che ho iniziato a
scrivere in età più adulta. Ciò che amo della scrittura è l’opportunità che mi
da di entrare in contatto con me stessa, molto più di altri linguaggi
artistici. Scrivo, perché nella vita caotica che ognuno di noi è costretto a
vivere, facilmente ci si perde per strada e non ci si ascolta più. Io mi sento,
mi analizzo, riscopro me stessa e i miei desideri attraverso le parole ed un
foglio bianco. Quindi, forse il mio è più un bisogno che una passione, una
necessità per non rimanere anestetizzata.
Sei al tuo primo Romanzo, una storia molto
delicata e originale. Come è nato questo romanzo?
E’
nato per caso e per gioco. Un giorno ascoltavo le vicissitudine amorose di una
mia amica ed ad un tratto mi sono detta che poteva esserci del materiale per
buttare giù un romanzo. In realtà non avrei mai creduto di riuscire a
scriverlo, ma è nato da solo, capitolo per capitolo, quasi senza sforzo. Tempo
Imperfetto trae spunto da una storia vera, dalla quale però mi sono discostata
quasi subito.
Che sensazioni hai provato durante la stesura
del romanzo?
Scriverlo
mi ha trasmesso inequivocabilmente buon umore, sempre. Mi sono divertita da
matti a snocciolare i vari eventi e a dare personalità ai personaggi.
Nel romanzo c'è l'anteprima del seguito di
Tempo Imperfetto, come procede la stesura? Lo pubblicherai presto?
L’epilogo
della storia avverrà in Tempo Inverso. Sono a buon punto nella stesura anche se
ci sono ancora alcune parti che avranno bisogno di una rilettura più
approfondita. Conto di pubblicarlo tra qualche mese.
Cosa ti aspetti da questa pubblicazione?
Onestamente,
essendo nato tutto per gioco, non ho grandi aspettative. La scelta di
pubblicare questo romanzo è nata soprattutto dalla voglia di non lasciarlo
chiuso dentro un cassetto, come tutte le poesie che ho scritto. Ho creduto che
potesse in qualche modo essere interessante e decisamente più fruibile rispetto
alla poesia, ma l’ho pubblicato senza aspettarmi nulla. Probabilmente si
perderà nei labirinti di internet, ma almeno non è solo una cartella sul
desktop del mio computer.
Progetti futuri?
Ho
tante idee. Intanto vorrei scrivere un terzo romanzo, che ogni giorno che passa,
prende sempre più corpo nella mia mente. Sarà una storia completamente diversa
dai primi due e proprio per questo non vedo l’ora di iniziare. Poi dei racconti
e, chissà, magari un quarto romanzo.
Regalaci un estratto che ti sta più a cuore.
“Come mai
sei qui? Voglio dire, è venerdì e al pub di solito c'è il pienone” disse lei
per distrarsi.
“C'è
Diego e poi ho deciso di prendere del tempo per me.”
“Non lo
avevi mai fatto prima.”
“Nella
vita le cose cambiano” rispose lui guardandola negli occhi.
“Già, le
cose cambiano sempre.”
Lo
osservò di sottecchi mentre lui era impegnato a cercare Andrea tra la folla,
chiedendosi se il proprio allontanamento, poteva aver influito in qualche modo
in quei cambiamenti ma probabilmente non era così. Marco non era il tipo da
farsi travolgere dagli eventi. Lui era come la roccia nella corrente del fiume,
stabile, solido ed inamovibile. Osservava la gente distrattamente, bevendo di
tanto in tanto dalla bottiglia con quel modo sicuro di chi sa ciò che vuole e
di chi sa ciò che è. Lei invece non sapeva più darsi una collocazione nemmeno
nel misero mondo che la circondava. Era la foglia, che sospinta dal vento, si
posa dove il caso decide.
“Ora sei
tu che mi guardi strano” disse Marco con un mezzo sorriso.
“Io non
ti giudico però.”
“Nemmeno
io.”
“Si
invece.”