Oggi ho il piacere di fare quattro chiacchiere con la simpaticissima Teresa Di Gaetano...
Ciao Teresa e benvenuta nel mio blog. Parlaci un po’ di te.

Da quanto scrivi?
Ufficialmente ho
iniziato nel novembre del 2003, quando ho pubblicato la raccolta “Bubble,
Bubble! Dodici racconti” (ormai fuori commercio). Quindi, da ben 11 anni circa.
Invece, ho iniziato da piccola, proprio da bambina. Forse a 9 anni. Non ricordo
con esattezza. Ricordo solo come ho iniziato: ho scritto un breve giallo dal
titolo improponibile. Si intitolava “Un raggio di stoffa” e narrava la prima
avventura del mio Commissario Kelly, un poliziotto in gonnella. Poi ahimè il
manoscritto ha incontrato qualche anno dopo il fondo della pattumiera, cioè
l’ho cestinato. Però dopo di allora ho iniziato ad esercitarmi con la scrittura
tenendo un diario, come tutte le adolescenti, e poi un quadernetto dove
annotavo brevissimi racconti e poesie. Sì... mi cimentavo a scrivere anche
poesie. E’ stato un bene, perché ho potuto comprendere che la carriera di
poetessa non era per me. Se non avessi sperimentato, sarei sicuramente rimasta
con questo dubbio amletico.
Come è nata la tua passione per la scrittura?
Lo devo soprattutto
alla mia infanzia felice. Sono vissuta in un ambiente sereno, felice e
spensierato. E credo che questo abbia indubbiamente contribuito a perdermi nei
mondi e nei personaggi da me creati con l’immaginazione. Poi, l’innata passione
per la lettura dei Grandi classici. E poi credo anche una predisposizione
genetica. Perché nella mia famiglia non sono la sola creativa. Mia zia, ad
esempio, è pittrice, scultrice e poetessa. E mia cugina, quando eravamo
piccole, inventava le storie delle recite che poi rappresentavamo ogni anno di
fronte ad amici e parenti. Crescendo in un ambiente così, dove la
spensieratezza e la creatività erano incoraggiate, è quasi diciamo stato
normale per me cimentarmi nella scrittura. Perché ad un certo punto, storie e
personaggi esigono in qualche modo di essere fissati sulla carta per essere non
solo ricordati e quindi rivissuti, ma anche per dar voce ai miei pensieri, ai
miei sentimenti, alle mie personali sensazioni. La scrittura è come la
fotografia di un istante che ha bisogno di rimanere eterno, in qualche modo.
Quante opere hai pubblicato?
Di fatto sette fino adesso. Però ormai tre sono fuori commercio, e cioè
“Bubble, Bubble! Dodici racconti”, “Conchiglia e altri racconti” e “La bambola
di vetro”, il mio primo romanzo fantasy. Però è perché la prima raccolta di
racconti (Bubble, Bubble!) è stata stampata dal tipografo della mia città
quindi è ovvio che non si trovi più, mentre gli altri due restanti sono stati
pubblicati dalla Montedit. E si possono trovare ancora alcune copie presso la
Casa editrice, però... ecco... ormai il contratto con loro è scaduto... quindi,
se voglio posso ripubblicare i libri altrove. E guarda... non so se lo farò,
perché tutti e tre necessitano di una robusta revisione. E non è per ora uno
dei miei problemi principali, perché sto lavorando con lena alla stesura dei
romanzi della mia lunga saga fantasy (La sabbia delle streghe), alla quale, non
lo nascondo affatto, ci tengo moltissimo. E poi spero di lavorare ad altri
romanzi rosa. Fino adesso ne ho pubblicato solo uno (Senza di te, edito dalla
Butterfly edizioni), ma breve. Nel cassetto ne ho un paio già pronti. Spero di
far vedere presto anche a loro la luce del sole!
Che sensazioni provi quando scrivi?
Prima, quando ho iniziato, mi emozionavo tantissimo. Ora non più. Però
non voglio essere fraintesa. Non è che rimango apatica quando scrivo.
Assolutamente no! Diciamo che percepisco la scrittura in modo diverso. Se prima
per me era un gioco, ora è un impegno-sfida. Impegno perché mi sento
responsabile quando scrivo qualcosa per miei eventuali lettori, cioè per chi mi
leggerà. Quindi... cerco di curare ogni particolare non solo stando attenta
alla grammatica e alla sintassi, ma anche ai toni, al linguaggio, al tipo di
messaggio che desidero sia percepito da chi mi legge, la coerenza del
personaggio e delle sue eventuali azioni, insomma... l’atto creativo c’è, e ci
mancherebbe che non ci fosse, però ecco... pongo molta attenzione a quello che
il manoscritto è destinato e cioè alla lettura di qualcuno esterno a me. E per sentirsi
davvero soddisfatti della propria opera c’è davvero dietro un lungo
“travaglio”, perché si corregge, poi si ritorna a rileggere, si fanno aggiunte
e si tolgono cose alla storia, oppure si fa un taglio, magari copiando e incollando
il testo da qualche altra parte. E questo per me ha il sapore di una sfida. Non
so se mi comprendi. Che so... trovare quella parolina, quel vocabolo che
funzioni... lo considero come un vero e proprio rebus, un rompicapo. Però, dai,
alla fine quando trovo la soluzione... esulto, semplicemente esulto, perché è
vero mi ha fatto dare un po’ di matto, però mi rende davvero molto soddisfatta
trovarla. E felice.
Oltre a scrivere, ti piace leggere?
Tocchi un tastino un po’ dolente, qui. Saranno almeno un paio di anni che
leggo poco, male, distrattamente e abbandono i libri che leggo. Però non so da
cosa dipenda. Forse... scarsa pazienza, oppure mancanza di organizzazione. Non
lo so davvero. Quindi, per rispondere alla tua domanda, in passato sì anche se
a conti fatti poi non arrivavo a leggere molto (in media solo 9 libri all’anno.
Pochini), però li leggevo, li gustavo quasi... Oggi, e in particolare nel
momento in cui sto attraversando, purtroppo non posso dire lo stesso. Chissà,
forse è solo un periodo e magari un giorno mi ridesterò curiosa e ansiosa di
leggere tutti i libri che ho a casa. Mai dire mai, nella vita.
Che genere letterario preferisci?
Scrivere o leggere? Perché se la domanda è rivolta alle mie letture, non
ho un genere letterario preferito. Di un libro mi attira la copertina, il
titolo, la sinossi, il fatto che ne ho sentito o parlare molto o parlarne bene,
oppure perché magari un libro di quell’autore mi è piaciuto e voglio ridargli
fiducia. Però gialli, Thriller, Horror ed erotici non mi piace né mi interessa
leggerli. Per quanto riguarda la scrittura, i romanzi rosa e i fantasy.
Almeno... per ora, perché non smetto mai di pensare di cimentarmi in altri
generi, come ad esempio “i famosi gialli”. Lo so, a me non piacciono perché non
riesco mai ad individuare il colpevole (non mi capita solo leggendo libri,
anche coi telefilm e film di genere), però intanto da bambina ho iniziato così.
E se l’ho fatto vuol dire che un certo destino ci sarà, no? Un altro genere che
mi piacerebbe cimentarmi è la fantascienza. Sì... ho letto un libro di
fantascienza in passato del grande Isaac Asimov (Il sole nudo), però mi
piacciono in particolar modo due film di Star Wars (L’attacco dei cloni e La
vendetta dei Sith) perché amo il personaggio di Anakin Skywalker (anche
l’attore che lo interpreta... eheheheh!) e quindi... non nego che mi piacerebbe
accostarmi a questo genere, anche se non so con quali risultati. Quindi... chi
lo sa che non trovi il tempo in un lontano futuro anche per questi due generi
letterari.
Cosa ne pensi dell’editoria a “pagamento” e “non”?
Eh... beh... qui c’è da aprire un’ampia discussione e molto se ne è
parlato e molto se ne continuerà a parlare. Io posso dire solo la mia. Non sono
contraria all’editoria a pagamento. Certo... perché anch’io ho iniziato così,
quindi penserai per coerenza con il mio comportamento passato. Ma... anche
no... Io credo che di base il sogno di chi scrive è quello di vedere il proprio
nome e cognome stampato su di una copertina, il proprio manoscritto a forma di
libro, e il fatto che il libro si reperibile, non proprio nelle librerie, ma
magari ordinabile su internet, così se c’è qualcuno curioso lo può senz’altro
leggere. E quindi se non si hanno diciamo altre ambizioni, l’editoria a
pagamento va benissimo.
Però... attenzione.... non tutta l’editoria a pagamento. Perché ci sono
editori a pagamento di due categorie: quella di quelli che ti chiedono di
ipotecare quasi il proprio sangue per pubblicare tanti soldi chiedono, e quella
di chi sì... va beh... ci guadagnano dai soldi che versi però ti fanno almeno
un prezzo accessibile, o “umano” come direbbe Fantozzi. Ecco... io direi
proprio di stare alla larga dai quegli editori che chiedono cifre esorbitanti
per stampare il proprio libro. Perché qui si parla di approfittare delle
persone, dei loro sogni, della loro buona fede. Ecco... questo tipo di cose non
mi piacciono. Se allora si deve pagare una cifra esorbitante per stampare,
tanto vale andare dal tipografo della propria città e ti stampa a poco prezzo
le copie e poi uno se le rivende personalmente su internet. E così tra l’altro
ti rientrano tutti i guadagni, senza dovere nemmeno attendere le famose
royalites.
Per quanto riguarda le Case editrici non a pagamento, beh... è una bella
fortuna se scelgono di pubblicare gratis il tuo libro, no? Nulla di da ridire
al riguardo. Però molto spesso quelle “piccole” o “medie” non hanno chissà
quale tiratura e/o promozione dei libri o distribuzione sul territorio. Del
resto è comprensibile, essendo delle piccole-medie realtà non sanno o non
possono appoggiarsi su chissà quale grande sponsor. Senza contare che in tutta
onestà il numero degli scrittori supera e sorpassa di gran lunga quello dei
lettori. Quindi... come possono “reggere”? Conosco infatti degli autori che
sono stati ben felici che il loro contratto è scaduto con una “media” o
“piccola” Casa editrice e poi hanno optato senz’altro per il self-publishing. E
credo che questo atteggiamento si commenti davvero da solo...
Cosa dovrebbe fare un autore secondo te, per conquistare la stima del
lettore?
Se lo sapessi, sarei già una scrittrice affermata. No, dai... la risposta
è semplice e ovvia: non deluderlo mai. E non è semplice non deludere chi ti
legge. Soprattutto per una scrittrice “poliedrica” come me. A me, ad esempio,
non piace scrivere i miei libri tutti
uguali. E’ una cosa che mi annoia. Non voglio riconoscermi in tutti i miei
testi, voglio essere diversa. Soprattutto considerando la monotonia della mia
vita. Se mi dovessi fossilizzare con la mia scrittura, appenderei senz’altro la
penna al chiodo, perché in un certo qual senso avrei spento la mia anima
irrequieta. Ho bisogno di cambiare sempre il mio modo di esprimermi, perché
quando scrivo anche se nascosta dalle parole io metto a nudo me stessa e non
voglio essere scoperta, vista. In alcun modo. Quindi... è difficile non
deludere chi ti legge, almeno nel mio caso specifico, perché magari in un libro
mi trova in un modo e in un libro in un altro. Però... io sono questa: nessuno
e centomila!
Progetti futuri?
Uhm... sì... portare
avanti la mia epica impresa di scrivere dodici libri della mia saga fantasy, La
sabbia delle streghe. Per ora sto correggendo l’ottavo libro (Rosehan e la
spada di Shanas) e spero che esca entro quest’anno. E poi... poi cimentarmi in
qualche altro romanzo rosa. Come ho detto prima ho già due libri pronti nel
cassetto, ma vanno riscritti e corretti (quindi passerà un po’ di tempo) con
estrema cura. E nel frattempo (come se non bastasse) sono impegnata nella
stesura del romanzo d’amore d’epoca “Rimani qui con me”. E’ un libro che mi sta
entusiasmando molto scrivere, perché lo sto scrivendo “a braccio”, cioè senza
studiare niente a tavolino. E fino adesso stanno nascendo delle cose davvero
interessanti. A volte, non creare tutto in modo studiato, quindi scrivere di
getto, è più produttivo di un romanzo costruito “a tavolino”, ragionandoci
insomma sopra. Ecco... ora con questo non voglio affermare che sto scrivendo
un’accozzaglia sconclusionata di idee alle quali dare forma successivamente,
però tutto sta nascendo in modo naturale, spontaneo, senza alcun artificio da
parte mia. Ho iniziato a scrivere di getto qualcosa, un ambiente (un Castello
per essere precisi) e ho inserito un paio personaggi, poi degli altri che hanno
innescato delle situazioni e il libro sta miracolosamente nascendo. Molto bello
e molto entusiasmante questo progetto... Davvero... Non mi ero mai cimentata in
un modo di scrivere simile. Beh... come si suol dire: c’è sempre una prima
volta, no?
Grazie ancora
Antonietta di avermi ospitata nel tuo supersimpatico blog. E... alla
prossima!!!
Biografia dell’autrice:
Teresa Di Gaetano è diplomata in Giornalismo Radiotelevisivo ed è giornalista dal 2004. Ha collaborato per diverse testate giornalistiche locali, partecipando anche a due concorsi giornalistici che ha vinto. Per due anni ha frequentato un corso di giornalismo a Roma avendo come insegnanti le migliori firme del giornalismo italiano, come giornalisti dalla Rai a La Repubblica, dal Corriere della sera a La7. Ha partecipato a diversi premi letterari, segnalata più volte, alcuni dei suoi racconti sono apparsi nelle antologie dei premi. Oltre ai libri della saga fantasy “La sabbia delle streghe”, ha altresì scritto il breve romanzo rosa Senza di te (Butterfly edizioni). Ha frequentato un corso di sceneggiatura e scrittura creativa dove suoi insegnanti sono stati diversi professionisti del settore e, nell’ambito di questo corso, ha svolto uno stage presso la Casa editrice Flaccovio. Recentemente, ha svolto tre livelli di un corso per scrittura on line con la scrittrice Moony Witcher. Il suo racconto fantasy, Nadja e la bacchetta di fuoco e ghiaccio, è stato pubblicato sul primo album della LittleDreamers (collana diretta dalla scrittrice Moony Witcher) della Casini editore.
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