Intervista a Teresa Di Gaetano

    Oggi ho il piacere di fare quattro chiacchiere con la simpaticissima Teresa Di Gaetano..

     
    Ciao Teresa e benvenuta nel mio blog. Parlaci un po’ di te.

Ciao Antonietta e grazie che mi ospiti nel tuo supersimpatico blog. Beh... su di me non c’è purtroppo molto da raccontare. Sono una normale ragazza sognatrice e credo che proprio questa mia capacità di sognare, di immaginare luoghi e persone che nella realtà non esistono abbia permesso di sviluppare questa mia naturale propensione per la scrittura. Poi, sicuramente hanno contribuito anche le letture dei Grandi classici che hanno alimentato il sacro fuoco della mia passione letteraria. Per il resto... amo il Giappone, anche se non ci sono mai stata, le storie d’amore (dato che sono un’inguaribile romantica), i fantasy perché permettono di spaziare con la fantasia, fare fotografie, il pattinaggio sul ghiaccio (ma solo guardarlo, non lo pratico anche se una volta ho provato a pattinare con risultati disastrosi!), la bella grafica, la buona cucina, amo infatti tantissimo la pizza, la cioccolata e le lasagne e mi piace troppo il cinema. In particolare, sono un’accanita fan della trilogia de Il Signore degli anelli. Ho visto e rivisto tante di quelle volte i film che so le battute a memoria!

Da quanto scrivi?

Ufficialmente ho iniziato nel novembre del 2003, quando ho pubblicato la raccolta “Bubble, Bubble! Dodici racconti” (ormai fuori commercio). Quindi, da ben 11 anni circa. Invece, ho iniziato da piccola, proprio da bambina. Forse a 9 anni. Non ricordo con esattezza. Ricordo solo come ho iniziato: ho scritto un breve giallo dal titolo improponibile. Si intitolava “Un raggio di stoffa” e narrava la prima avventura del mio Commissario Kelly, un poliziotto in gonnella. Poi ahimè il manoscritto ha incontrato qualche anno dopo il fondo della pattumiera, cioè l’ho cestinato. Però dopo di allora ho iniziato ad esercitarmi con la scrittura tenendo un diario, come tutte le adolescenti, e poi un quadernetto dove annotavo brevissimi racconti e poesie. Sì... mi cimentavo a scrivere anche poesie. E’ stato un bene, perché ho potuto comprendere che la carriera di poetessa non era per me. Se non avessi sperimentato, sarei sicuramente rimasta con questo dubbio amletico.

Come è nata la tua passione per la scrittura?

Lo devo soprattutto alla mia infanzia felice. Sono vissuta in un ambiente sereno, felice e spensierato. E credo che questo abbia indubbiamente contribuito a perdermi nei mondi e nei personaggi da me creati con l’immaginazione. Poi, l’innata passione per la lettura dei Grandi classici. E poi credo anche una predisposizione genetica. Perché nella mia famiglia non sono la sola creativa. Mia zia, ad esempio, è pittrice, scultrice e poetessa. E mia cugina, quando eravamo piccole, inventava le storie delle recite che poi rappresentavamo ogni anno di fronte ad amici e parenti. Crescendo in un ambiente così, dove la spensieratezza e la creatività erano incoraggiate, è quasi diciamo stato normale per me cimentarmi nella scrittura. Perché ad un certo punto, storie e personaggi esigono in qualche modo di essere fissati sulla carta per essere non solo ricordati e quindi rivissuti, ma anche per dar voce ai miei pensieri, ai miei sentimenti, alle mie personali sensazioni. La scrittura è come la fotografia di un istante che ha bisogno di rimanere eterno, in qualche modo.

Quante opere hai pubblicato?

Di fatto sette fino adesso. Però ormai tre sono fuori commercio, e cioè “Bubble, Bubble! Dodici racconti”, “Conchiglia e altri racconti” e “La bambola di vetro”, il mio primo romanzo fantasy. Però è perché la prima raccolta di racconti (Bubble, Bubble!) è stata stampata dal tipografo della mia città quindi è ovvio che non si trovi più, mentre gli altri due restanti sono stati pubblicati dalla Montedit. E si possono trovare ancora alcune copie presso la Casa editrice, però... ecco... ormai il contratto con loro è scaduto... quindi, se voglio posso ripubblicare i libri altrove. E guarda... non so se lo farò, perché tutti e tre necessitano di una robusta revisione. E non è per ora uno dei miei problemi principali, perché sto lavorando con lena alla stesura dei romanzi della mia lunga saga fantasy (La sabbia delle streghe), alla quale, non lo nascondo affatto, ci tengo moltissimo. E poi spero di lavorare ad altri romanzi rosa. Fino adesso ne ho pubblicato solo uno (Senza di te, edito dalla Butterfly edizioni), ma breve. Nel cassetto ne ho un paio già pronti. Spero di far vedere presto anche a loro la luce del sole!

Che sensazioni provi quando scrivi?

Prima, quando ho iniziato, mi emozionavo tantissimo. Ora non più. Però non voglio essere fraintesa. Non è che rimango apatica quando scrivo. Assolutamente no! Diciamo che percepisco la scrittura in modo diverso. Se prima per me era un gioco, ora è un impegno-sfida. Impegno perché mi sento responsabile quando scrivo qualcosa per miei eventuali lettori, cioè per chi mi leggerà. Quindi... cerco di curare ogni particolare non solo stando attenta alla grammatica e alla sintassi, ma anche ai toni, al linguaggio, al tipo di messaggio che desidero sia percepito da chi mi legge, la coerenza del personaggio e delle sue eventuali azioni, insomma... l’atto creativo c’è, e ci mancherebbe che non ci fosse, però ecco... pongo molta attenzione a quello che il manoscritto è destinato e cioè alla lettura di qualcuno esterno a me. E per sentirsi davvero soddisfatti della propria opera c’è davvero dietro un lungo “travaglio”, perché si corregge, poi si ritorna a rileggere, si fanno aggiunte e si tolgono cose alla storia, oppure si fa un taglio, magari copiando e incollando il testo da qualche altra parte. E questo per me ha il sapore di una sfida. Non so se mi comprendi. Che so... trovare quella parolina, quel vocabolo che funzioni... lo considero come un vero e proprio rebus, un rompicapo. Però, dai, alla fine quando trovo la soluzione... esulto, semplicemente esulto, perché è vero mi ha fatto dare un po’ di matto, però mi rende davvero molto soddisfatta trovarla. E felice.

Oltre a scrivere, ti piace leggere?

Tocchi un tastino un po’ dolente, qui. Saranno almeno un paio di anni che leggo poco, male, distrattamente e abbandono i libri che leggo. Però non so da cosa dipenda. Forse... scarsa pazienza, oppure mancanza di organizzazione. Non lo so davvero. Quindi, per rispondere alla tua domanda, in passato sì anche se a conti fatti poi non arrivavo a leggere molto (in media solo 9 libri all’anno. Pochini), però li leggevo, li gustavo quasi... Oggi, e in particolare nel momento in cui sto attraversando, purtroppo non posso dire lo stesso. Chissà, forse è solo un periodo e magari un giorno mi ridesterò curiosa e ansiosa di leggere tutti i libri che ho a casa. Mai dire mai, nella vita.

Che genere letterario preferisci?

Scrivere o leggere? Perché se la domanda è rivolta alle mie letture, non ho un genere letterario preferito. Di un libro mi attira la copertina, il titolo, la sinossi, il fatto che ne ho sentito o parlare molto o parlarne bene, oppure perché magari un libro di quell’autore mi è piaciuto e voglio ridargli fiducia. Però gialli, Thriller, Horror ed erotici non mi piace né mi interessa leggerli. Per quanto riguarda la scrittura, i romanzi rosa e i fantasy. Almeno... per ora, perché non smetto mai di pensare di cimentarmi in altri generi, come ad esempio “i famosi gialli”. Lo so, a me non piacciono perché non riesco mai ad individuare il colpevole (non mi capita solo leggendo libri, anche coi telefilm e film di genere), però intanto da bambina ho iniziato così. E se l’ho fatto vuol dire che un certo destino ci sarà, no? Un altro genere che mi piacerebbe cimentarmi è la fantascienza. Sì... ho letto un libro di fantascienza in passato del grande Isaac Asimov (Il sole nudo), però mi piacciono in particolar modo due film di Star Wars (L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith) perché amo il personaggio di Anakin Skywalker (anche l’attore che lo interpreta... eheheheh!) e quindi... non nego che mi piacerebbe accostarmi a questo genere, anche se non so con quali risultati. Quindi... chi lo sa che non trovi il tempo in un lontano futuro anche per questi due generi letterari.

Cosa ne pensi dell’editoria a “pagamento” e “non”?

Eh... beh... qui c’è da aprire un’ampia discussione e molto se ne è parlato e molto se ne continuerà a parlare. Io posso dire solo la mia. Non sono contraria all’editoria a pagamento. Certo... perché anch’io ho iniziato così, quindi penserai per coerenza con il mio comportamento passato. Ma... anche no... Io credo che di base il sogno di chi scrive è quello di vedere il proprio nome e cognome stampato su di una copertina, il proprio manoscritto a forma di libro, e il fatto che il libro si reperibile, non proprio nelle librerie, ma magari ordinabile su internet, così se c’è qualcuno curioso lo può senz’altro leggere. E quindi se non si hanno diciamo altre ambizioni, l’editoria a pagamento va benissimo.
Però... attenzione.... non tutta l’editoria a pagamento. Perché ci sono editori a pagamento di due categorie: quella di quelli che ti chiedono di ipotecare quasi il proprio sangue per pubblicare tanti soldi chiedono, e quella di chi sì... va beh... ci guadagnano dai soldi che versi però ti fanno almeno un prezzo accessibile, o “umano” come direbbe Fantozzi. Ecco... io direi proprio di stare alla larga dai quegli editori che chiedono cifre esorbitanti per stampare il proprio libro. Perché qui si parla di approfittare delle persone, dei loro sogni, della loro buona fede. Ecco... questo tipo di cose non mi piacciono. Se allora si deve pagare una cifra esorbitante per stampare, tanto vale andare dal tipografo della propria città e ti stampa a poco prezzo le copie e poi uno se le rivende personalmente su internet. E così tra l’altro ti rientrano tutti i guadagni, senza dovere nemmeno attendere le famose royalites.
Per quanto riguarda le Case editrici non a pagamento, beh... è una bella fortuna se scelgono di pubblicare gratis il tuo libro, no? Nulla di da ridire al riguardo. Però molto spesso quelle “piccole” o “medie” non hanno chissà quale tiratura e/o promozione dei libri o distribuzione sul territorio. Del resto è comprensibile, essendo delle piccole-medie realtà non sanno o non possono appoggiarsi su chissà quale grande sponsor. Senza contare che in tutta onestà il numero degli scrittori supera e sorpassa di gran lunga quello dei lettori. Quindi... come possono “reggere”? Conosco infatti degli autori che sono stati ben felici che il loro contratto è scaduto con una “media” o “piccola” Casa editrice e poi hanno optato senz’altro per il self-publishing. E credo che questo atteggiamento si commenti davvero da solo...

Cosa dovrebbe fare un autore secondo te, per conquistare la stima del lettore?

Se lo sapessi, sarei già una scrittrice affermata. No, dai... la risposta è semplice e ovvia: non deluderlo mai. E non è semplice non deludere chi ti legge. Soprattutto per una scrittrice “poliedrica” come me. A me, ad esempio, non piace scrivere i  miei libri tutti uguali. E’ una cosa che mi annoia. Non voglio riconoscermi in tutti i miei testi, voglio essere diversa. Soprattutto considerando la monotonia della mia vita. Se mi dovessi fossilizzare con la mia scrittura, appenderei senz’altro la penna al chiodo, perché in un certo qual senso avrei spento la mia anima irrequieta. Ho bisogno di cambiare sempre il mio modo di esprimermi, perché quando scrivo anche se nascosta dalle parole io metto a nudo me stessa e non voglio essere scoperta, vista. In alcun modo. Quindi... è difficile non deludere chi ti legge, almeno nel mio caso specifico, perché magari in un libro mi trova in un modo e in un libro in un altro. Però... io sono questa: nessuno e centomila!

Progetti futuri?

Uhm... sì... portare avanti la mia epica impresa di scrivere dodici libri della mia saga fantasy, La sabbia delle streghe. Per ora sto correggendo l’ottavo libro (Rosehan e la spada di Shanas) e spero che esca entro quest’anno. E poi... poi cimentarmi in qualche altro romanzo rosa. Come ho detto prima ho già due libri pronti nel cassetto, ma vanno riscritti e corretti (quindi passerà un po’ di tempo) con estrema cura. E nel frattempo (come se non bastasse) sono impegnata nella stesura del romanzo d’amore d’epoca “Rimani qui con me”. E’ un libro che mi sta entusiasmando molto scrivere, perché lo sto scrivendo “a braccio”, cioè senza studiare niente a tavolino. E fino adesso stanno nascendo delle cose davvero interessanti. A volte, non creare tutto in modo studiato, quindi scrivere di getto, è più produttivo di un romanzo costruito “a tavolino”, ragionandoci insomma sopra. Ecco... ora con questo non voglio affermare che sto scrivendo un’accozzaglia sconclusionata di idee alle quali dare forma successivamente, però tutto sta nascendo in modo naturale, spontaneo, senza alcun artificio da parte mia. Ho iniziato a scrivere di getto qualcosa, un ambiente (un Castello per essere precisi) e ho inserito un paio personaggi, poi degli altri che hanno innescato delle situazioni e il libro sta miracolosamente nascendo. Molto bello e molto entusiasmante questo progetto... Davvero... Non mi ero mai cimentata in un modo di scrivere simile. Beh... come si suol dire: c’è sempre una prima volta, no?
Grazie ancora Antonietta di avermi ospitata nel tuo supersimpatico blog. E... alla prossima!!!

      Biografia dell’autrice:



   Teresa Di Gaetano è diplomata in Giornalismo Radiotelevisivo ed è giornalista dal 2004. Ha collaborato per diverse testate giornalistiche locali, partecipando anche a due concorsi giornalistici che ha vinto. Per due anni ha frequentato un corso di giornalismo a Roma avendo come insegnanti le migliori firme del giornalismo italiano, come giornalisti dalla Rai a La Repubblica, dal Corriere della sera a La7. Ha partecipato a diversi premi letterari, segnalata più volte, alcuni dei suoi racconti sono apparsi nelle antologie dei premi. Oltre ai libri della saga fantasy “La sabbia delle streghe”, ha altresì scritto il breve romanzo rosa Senza di te (Butterfly edizioni). Ha frequentato un corso di sceneggiatura e scrittura creativa dove suoi insegnanti sono stati diversi professionisti del settore e, nell’ambito di questo corso, ha svolto uno stage presso la Casa editrice Flaccovio. Recentemente, ha svolto tre livelli di un corso per scrittura on line con la scrittrice Moony Witcher.  Il suo racconto fantasy, Nadja e la bacchetta di fuoco e ghiaccio, è stato pubblicato sul primo album della LittleDreamers (collana diretta dalla scrittrice Moony Witcher) della Casini editore.









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