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Vincenzo Monfregola |
Ciao Antonietta e ciao a tutti voi che leggete, beh praticamente mi chiedi chi è Vincenzo Monfregola… ma Vincenzo è un ragazzo che nasce a Napoli nel giugno del 1976, frequenta l'Istituto Tecnico Industriale e ne consegue il diploma, attualmente lavora come impiegato presso un'azienda di archiviazione.
Come nasce questa tua passione per la scrittura?
Nasce dall'età adolescenziale, sai quando hai un mondo in subbuglio che ti urla dentro, quando praticamente sei alla continua ricerca del proprio “io” che sfiora la fede e si ritrova a combattere con la propria anima. Ne ho preso coscienza poi dopo e gradualmente, capii che bisognava raccontarsi per condividere emozioni comuni a chi avesse indossato le vesti di lettore, una sorta di confronto di idee.
A quanti concorsi letterari hai partecipato?
Tanti, pensa che è dal 2000 che ho preso parte in concorsi letterari; posso citarne alcuni, magari i più importanti, iniziai classificandomi al Terzo Posto alla II^ edizione del Premio di Letteratura Centro Studi Michelangelo con l'opera "La mia perla", poi ci fu il Primo Posto all'XI Edizione del Premio "Megaris" di Napoli con la poesia "Maschera"; di seguito, con altre opere, ottenni segnalazioni d'onore a più concorsi.
Tra le ultime partecipazioni c'è la IV^ edizione del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa "Io Racconto" di Firenze dove vengo pubblicato nell'antologia con la poesia"Mai papà…" e la lettera "A te, nonna Lina". Ho Vinto, poi, con l'opera " Ricordi sbiaditi di una vita vissuta" il Concorso di Rupe Mutevole Editore, di notevole rilievo il "II° Concurso de Poesia Miguel G. Teijeiro" de la Biblioteca Pùblica Municipal en Spain, mi sono messo in gioco fuori patria, confrontandomi in Spagna con le mie poesie " En el tiempo de los girasoles - La claman crisis - Una ecrucijada".
Quante opere hai pubblicato?
Tante in antologie, ma veramente tante, tra tutte posso citare quella che mi sta più a cuore e si tratta di un'antologia scolastica "Nuove gemme letterarie" di Carello Editore per la quale ho scelto di pubblicare " Vita", " Maschera", "Momenti" e "D'amore.. una luna". Poi c'è stata la prima silloge nel 2001"Nel tempo dei girasoli" edita dalla casa editrice LER, una raccolta nata per un progetto del tutto rivolto alla solidarietà infatti tutt'oggi è protagonista per contribuire a facilitare in qualche modo chi ha una vita non proprio facile perché affetto da gravi malattie genetiche, infatti parte del ricavato andrà all'AIMPS (Associazione Italiana Mucopolisaccaridosi). Infine c'è "Follia" con la casa editrice R.E.I. edita da pochissimi giorni, mentre nei prossimi mesi sarò presente nella raccolta editoriale "Trasfigurazioni" con Rupe Mutevole Editore, una silloge di 20 poesie, è un progetto che compara varie regioni d’Italia e che da la possibilità a noi emergenti di esser letti e conosciuti in più fronti e da una buona quantità di lettori.
Per "Follia" posso dirti che versi e toni sono completamente maturati, ti ritrovi con un poeta più toccato dal tempo, tratto temi personali e per niente scontati, con questo testo ho ritrovato la forza di spalancare le porte alla vita, c'è un'animo toccato dagli avvenimenti ma solo il lettore attento riuscirà a capirne il vero senso; i versi di "Follia" sembra ti dicano delle cose ma vanno ben oltre ogni aspettativa.
Perché questo titolo?
Perché… essere autentici e quindi cogliere sé stessi giovando di tutto quello che è "vita" agli occhi dei canoni sociali, per quanto aperti e disinvolti possano essere, oggi equivale a esser folli. Sono pochi i coraggiosi che si vivono, ma ci sono e non osservano gli "standard" ecco perché sembrano folli.
Cos'è per te la follia?
Ma sai la follia è del tutto personale, posso dirti che per me esser folle significa essere me stesso, e quindi respirare dell'aria che ci circonda, apprezzare i colori della vita di qualsiasi tonalità essi siano, ne traggo il senso e lo assorbo per quello che è, è fare tesoro della natura che vive in ognuno di noi… esser folle significa esser autentici e porsi per come si è, buttando le formalità e i manuali del bonton e tutte quelle cose lì… essere folle è godere di tutto quello che la vita ci ripone ai nostri cuori, e lo si apprezza e lo si assorbe in modo autentico con la semplicità dei sensi e non con l'apparenza dei diamanti.
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