Intervista a Fax e Stella Ada Rossetti de "Il coraggio di Fax"

Stella Ada Rossetti
Ciao Fax, parlami un po’ di te.
Innanzitutto Bau.
Questo è il mio modo per salutarti e ringraziarti per avermi accolto nel tuo cuore, e anche per aver letto la mia triste storia. Io sono di colore bianco, con qualche macchiolina nera qua e la. Tempo fa, io ero molto vivace, e scodinzolavo sempre perché Leila, la mia bambolina, giocava sempre con me. Adesso vivo per strada, e spesso rimango a digiuno anche per giorni se non c’è, la benevolenza di qualche umano disposto a offrirmi qualcosa. La vita con me è stata ingiusta ma tutto sommato io sono felice ugualmente, perché apprezzo le piccole cose della vita. Ad esempio, adesso apprezzo te, perché leggendo la mia storia, hai deciso di raccontarla ad altri, che sono sicuro, faranno altrettanto.
Adesso ti sto scodinzolando, e dando un bacino.

Che cosa hai provato quando il tuo padrone ti ha scaricato sull'autostrada?
Io credevo che John volesse portarmi a fare un giro, invece, quando ha imboccato l’autostrada, ho cominciato a percepire una strana tensione nell'aria.
Ho cercato di inseguirlo fin quando ho potuto, ma poi, stanchissimo e fuori allenamento ho dovuto rinunciare.
Ho provato una strana emozione, forse inquietudine.

Che cosa pensi degli esseri umani che si comportano così con gli animali?
Gli umani cattivi, sono quelli che a Natale per far felice una fidanzata le regalano un cucciolo che poi abbandona com'è accaduto a me in estate. Gli umani cattivi, però, sono anche quelli che con lo sguardo severo, per strada, cercano di spaventarti per allontanarti. Gli umani cattivi sono quelli che sfruttano il prossimo. Sì, ho detto proprio il prossimo, perché loro non possono sentirmi, ma io parlo, io comunico, io soffro.
Io provo molta pena per queste persone mia nuova amica, perché loro non sanno godersi le cose belle della vita.

Perché hai cominciato a diffidare dell'essere umano?
Ho diffidato di loro quando uno di loro mi ha chiamato “Bastardo”. Non so ancora cosa vuol dire questa parola possente ma non potrò mai dimenticare il tono in cui lui me l’ha detto purtroppo. Il suo sguardo era così cattivo, mi ha spaventato. Da quel momento ho cercato di girare a largo da loro.

Ora sei felice?
Sì, ora sono felice ma non ti dirò il perché.

Ciao Stella, perché hai scritto questa bellissima storia?
Ciao Antonietta, spero che l’amico immaginario ti abbia fatto anche sorridere in alcuni momenti, e non solo piangere.
Ho scritto questa storia in un momento di euforia credo. In realtà l’idea iniziale era che il cane protagonista si evolvesse e che sottomettesse il genere Umano, per fargli capire cosa si prova a essere rinchiusi all’interno di una gabbia, costretti alcune volte a lottare contro i propri simili per sopravvivere. Tutto questo mi è venuto in mente mentre guardavo lo spot di Bau Miao, un’anteprima del programma.

E' difficile mettersi nei panni di un pelosetto, tu ci sei riuscita alla grande, come hai vissuto la stesura di questo racconto?
Ti dico che in tre giorni io ho scritto questa storia, mi ci sono affezionata e adesso addirittura mi manca scrivere di lui, era parte di me a tal punto che sono arrivata a una conclusione: “Dentro di ognuno di noi c’è un cane e non un fanciullino come vogliono farci credere da qualche tempo”.

Se dovessi lasciare un messaggio a chi ha questo tipo di comportamento sugli animali, cosa gli diresti?
Che si guardassero le spalle, perché io sono sempre in agguato. Innanzitutto gli farei provare una a una tutte le sofferenze che lui/lei ha inflitto al cucciolo, e poi chiamerei la polizia. Li farei chiudere in gattabuia, perché purtroppo le persone non cambiano.

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